Garachico e i sali curativi di antica tradizione

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È più grosso e con un sapore molto più intenso di quello che si compra nei negozi o al supermercato.

Al tatto lascia le mani untuose e se lo si fissa il suo candore abbaglia gli occhi. Sembra neve. È il sale che si raccoglie a Tenerife, nelle saline di La Caleta de Interián, una località costiera suddivisa, dal punto di vista burocratico, fra i comuni di Garachico e Los Silos.

Generazione dopo generazione, un gruppo di donne del luogo mantiene viva la tradizione – unica in Tenerife – di sfruttare il sale marino per uso domestico, per scambiarlo o per venderlo, dopo averlo raccolto nelle pozze formate dall’azione della lava e del mare. Le pozze non hanno proprietario, si ereditano semplicemente e “ciascuno rispetta quelle altrui”, assicura Inmaculada Méndez Báez, una delle donne che nei mesi estivi si occupa di estrarre questo minerale al suo livello di massima purezza.

Non essendo raffinato mantiene intatte tutte le sue proprietà e i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno ed è famoso per le sue proprietà curative, specialmente per dolori muscolari o ossei, e questa è la ragione per cui vengono a cercarlo da ogni dove. Inmaculada non ha ereditato l’attività dalla famiglia, è stata attratta dalla curiosità e dal desiderio di mantenere viva la tradizione. Originaria di Buenavista del Norte, si è trasferita a La Caleta dopo il matrimonio. Qui Dolores, madre di una sua amica alla quale questa attività non interessava, le insegnò i segreti della raccolta del sale e le lasciò le sue pozze. Qualche anno dopo Cruz Santa, un’altra residente, fece lo stesso.  Da 26 anni trascorre due o tre ore al giorno alle pozze, scegliendo gli orari in cui il sole non scotta troppo visto che si tratta di un’attività estiva.

La quantità di sale che raccoglie varia, ma può arrivare a 500 chili in una stagione.

Il procedimento

Il lavoro è pesante. Occorre riempire le pozze con l’acqua che si deposita negli anfratti naturali degli scogli utilizzando dei secchi. L’acqua deve riposare perché se viene direttamente dal mare non si forma il sale, che impiega una quindicina di giorni.

Una volta raccolto si mette in sacchi bianchi perché filtri l’acqua e si fa asciugare al sole. Quando è ben asciutto è necessario pulirlo perché potrebbe contenere piccoli frammenti di pietra. Ma non è solo questione di acqua e sole: anche la pietra è importante, “una non vale l’altra e anche le pozze non devono avere intorno troppo cemento”, chiarisce Inmaculada. Bisogna anche rispettare i tempi perché quando il sale è pronto va raccolto subito: il giorno dopo può cambiare il tempo o alzarsi la marea, e si perde tutto.

La donna, che in agosto ha compiuto 61 anni e che si definisce un’amante delle tradizioni, da 18 presiede l’associazione di anziani di San André Apóstol de La Caleta, da lei stessa fondata così come quella di El Tanque. Gli anziani decorano i vasetti vuoti di marmellata e li riempiono con il sale che Inmaculada regala ogni anno per il mercatino solidale organizzato da Ansina, il programma di animazione socioculturale del Cabildo per migliorare la qualità della vita delle persone anziane. Mentre si raccolgono fondi si promuove l’attività e le saline, “perché se la tradizione non si conosce, nemmeno la si può proteggere”, sottolinea.

Ripartizione fra quattro famiglie

Inmaculada è una delle persone che più hanno promosso le saline. Altre sono più restìe a farlo “perché forse pensano che poi qualcuno se le prende, anche se c’è sempre stato rispetto e nessuno prende niente a nessuno”, dice.

Bisogna tener conto che il terreno non è di proprietà, quindi se qualcuno vuol prendersi una manciata di sale non si può dir niente, “ma c’è gente che non la vede così”. Attualmente sono quattro le famiglie che si ripartiscono le saline naturali di La Caleta e la prova è che le si identificano per nome, ‘quelle di marcela, quelle di las cruces e quelle di Inmaculada’.

 

Tradotto dalla redazione. Tratto da  http://diariodeavisos.elespanol.com/2017/09/sales-curativas-con-mucha-tradicion/  di Gabriela Gulesserian