“El pleito insular”: esiste ancora la storica rivalità tra Tenerife e Gran Canaria?

La rivalità in materia di supremazia economica e politica tra le due principali isole dell’Arcipelago Canario esiste da secoli e, a seconda delle fonti a cui si fa riferimento, le responsabilità sono da attribuire ad una piuttosto che all’altra.

Si ritiene che oggi “el pleito insular”, la rivalità tra Tenerife e Gran Canaria, non esista più, o quanto meno viene condannato all’unanimità come politicamente scorretto. Non se ne parla, o per lo meno nessuno lo ammette pubblicamente, anche se, l’anno scorso, il Governo delle Canarie ha emesso una nota in cui si osservava come il Porto di Las Palmas di Gran Canaria costringerebbe l’isola di Tenerife a subire disagi dovuti alla “doble insularidad”, termine che definisce la coesistenza di criteri e parametri diversi nella gestione della cosa pubblica, a causa della natura stessa delle isole, con conseguenti svantaggi e disagi, in particolare nei trasporti, nella sanità, nella logistica e nella distribuzione delle risorse economiche in generale.

Una nota che ha portato a formali proteste del Porto di Las Palmas di Gran Canaria presso il Governo delle Canarie. Curiosamente, il Governo delle Canarie è presieduto da ben 19 anni da rappresentanti provenienti da Tenerife. L’ultimo Presidente del Governo delle Canarie originario di Gran Canaria, ha terminato il proprio mandato nel 1999. Esiste anche una “doble insularidad” delle isole minori e non capitoline, rispetto alle due isole qui protagoniste, dove le prime lamentano disagi, maggiori costi e peggiori prestazioni rispetto alle isole che fanno provincia.

Ma torniamo al nostro “pleito insular”. Esistono episodi risalenti ad epoche diverse, ma quasi sempre scaturiti da decisioni in materia sanitaria, che avrebbero contribuito ad istigare la rivalità tra le due isole. A metà del 1900 il Porto di Las Palmas registrava più traffico che ogni altro. Ma la Direzione della Sanità Marittima delle Canarie risiedeva a Tenerife e il direttore, messo sotto pressione da settori influenti della società, decise nel marzo del 1923 di chiudere il porto gran canario per un anno, a causa di un’epidemia di febbre gialla, che in realtà durò appena due mesi.

Questa decisione stroncò le aspirazioni di Gran Canaria di diventare la Singapore dell’Atlantico. Mentre nel 1915 il Porto di Las Palmas veniva superato solamente da quello di New York per traffico di merci, oggi non risulta nemmeno tra i primi cento al mondo (fonte: abc.es). C’è però chi sostiene che ci sia stato lo zampino degli inglesi nel fomentare il denominato “pleito insular”. La richiesta del Regno Unito di istituire un porto franco sarebbe stata la causa dei ripetuti scontri tra Las Palmas e Santa Cruz. I fornitori canari delle società britanniche operanti nel Puerto de La Luz furono di fatto i primi a chiedere la suddivisione delle Canarie in due provincie, che avvenne poi nel 1927.

La Guerra di Cuba nel 1898 (la guerra ispano-americana combattuta tra gli Stati Uniti e la Spagna, che costrinse la Spagna a riconoscere l’indipendenza di Cuba e a cedere agli Stati Uniti Porto Rico e l’isola di Guam) avrebbe comportato un riassetto geopolitico e nuovi equilibri di poteri ed influenze su entrambe le coste atlantiche. Gli inglesi, approfittando della sconfitta della Spagna, si sarebbero adoperati per fomentarne le divisioni interne, come sostiene lo storico Amós Farrujía Coello.

Fino al 1852, le potenti società britanniche godevano nelle Isole Canarie di un regime fiscale che consentiva di rimpatriare capitali e di pagare salari modesti. Ma non bastava, e quindi dopo la Guerra di Cuba il Regno Unito arrivò a chiedere che venisse istituito un porto franco a Santa Cruz de Tenerife. Il peso del capitale inglese nell’economia delle isole era tale da poter influire facilmente nelle decisioni politiche dei governanti canari.

I britannici controllavano i rifornimenti energetici, le attività portuali e la sterlina circolava facilmente nelle tasche dei canari. I porti canari erano punti strategici, convenienti e adatti ad offrire assistenza alle navi europee, assistenza che veniva gestita da tre società inglesi: la Blandy Brothers, la Gran Canary Coaling e la Miller Cía. Naturale che gli inglesi volessero essere gli unici a godere di questi benefici, escludendone gli stessi canari.

Ecco allora che certe imprese fornitrici cominciarono a chiedere che le Canarie venissero separate in due provincie. Ne seguirono, come sempre succede, manovre diplomatiche ufficiose ed ufficiali tra la Spagna e il Regno Unito. Fatto sta, che nel 1927 avvenne la separazione delle due provincie. E come qualcuno ebbe a dire, con la creazione di due provincie, si chiudeva una disputa, e se ne apriva un’altra.

Francesca Passini

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Sitografia: abc.es; bienmesabe.org; gomeranoticias.com