Tenerife. La Cueva del Viento: 125.000 visitatori dalla sua apertura nel 2008

Si tratta della galleria vulcanica più grande dell’Unione Europea e la quinta nel mondo.

L’Assessorato ai Beni Culturali ha confermato che la Cueva del Viento è diventata un’importante risorsa di interesse turistico, con una gestione pubblica che valorizza anzitutto la conservazione e la divulgazione del patrimonio naturale.

La Cueva del Viento si è formata 27.000 anni fa, con lave basaltiche provenienti dalla prima eruzione del vulcano Pico Viejo, situato accanto al Teide. Il nome si deve alle correnti d’aria che si producono all’interno. Si compone di una complessa rete di passaggi sotterranei, con innumerevoli ramificazioni ancora da esplorare, che serviranno per meglio stabilirne la lunghezza in futuro.

Si differenzia per le sue caratteristiche geomorfologiche, perché le sue gallerie si dispongono su tre livelli sovrapposti: un fenomeno non ancora riscontrato da nessun’altra parte nel mondo. Presenta poi un’ampia varietà di strutture di origini primarie, come le stalattiti di lava, cascate laviche, terrazze laterali e laghi di lava. La tratta visitabile contiene numerose formazioni e fenomeni “disegnati” dalla lava che avanzava e mutava in viscosità.

Attraversa aree di coltivazione nelle fasce collinari, pinete, boschi umidi con varietà di lauri, campi di lava, come anche un antico sentiero reale, fincas e le Eras, le antiche superfici dedicate alla trebbiatura. Un altro aspetto che la contraddistingue è la fauna sotterranea.

La Cueva ospita un totale di 190 specie conosciute, principalmente invertebrati. Di queste, 15 sono nuove per la scienza, come per esempio lo scarafaggio senza occhi Loboptera subterránea o i carabidi Wolltinerfia martini e Wolltinerfia tenerifae.

 

cueva-viento-tenerife (2)All’interno si trovano alcuni resti fossili di animali vertebrati già estinti, come il ratto gigante e la lucertola gigante, oltre a resti ossei di specie scomparse, come il graja (specie di gracchio) e l’hubara (uccello della famiglia degli Otididae).Questa cavità era già conosciuta dai Guanches, oltre 2.000 anni fa, perché sono stati ritrovati resti di sepolture al proprio interno.

Ma fino al 1776 non esiste riferimento scritto. In questo stesso anno, i fratelli Bethencourt de Castro e Afonso Molina ne parlano nella loro descrizione della Grotta di San Marcos. Nel 1994 cominciano i lavori per consentire l’accesso ai visitatori. Nel 1998, il Governo delle Canarie approva un progetto per garantirne la conservazione, il “Plan de Ordenación de los Recursos Naturales de la Cueva del Viento”, atto che precede la dichiarazione come Riserva Naturale Speciale.

Il progetto è stato creato per frenare gli interventi che danneggiano la Cueva, come nuove costruzioni, alterazioni del suolo o qualsiasi tipo di azioni dannose.

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