Nuove rivelazioni su Adolf Hitler: secondo alcuni dossier dell’FBI sarebbe scappato alle Canarie

Nuove rivelazioni su Adolf Hitler

Da sempre, sulla morte di figure emblematiche della storia dell’umanità, aleggiano leggende che si confondono a verità, e ciclicamente, compaiono versioni che smentiscono quelle precedenti.

Recentemente, gli archivi dell’FBI hanno reso pubbliche informazioni secondo cui Adolf Hitler ed Eva Braun non si sarebbero suicidati, ma avrebbero invece raggiunto le isole Canarie in una rocambolesca fuga, prima di dirigersi definitivamente verso la Patagonia argentina. Queste le tesi sostenute da un gruppo di ricercatori e pubblicate dal portale inglese “The Mirror”. Che Hitler avesse inscenato il proprio suicidio nel suo bunker di Berlino, sembra ormai sempre più evidente.

Di fatto, negli ultimi giorni prima della capitolazione della Germania, a Berlino regnava il caos ed è altrettanto certo, che Hitler si servisse di sosia. A questo si venga ad aggiungere che nessuna fonte affidabile riuscì mai a certificare la morte del Fuehrer e della sua compagna, Eva Braun. Rimane quindi da capire cosa successe in quei giorni e come si articolò la fuga di Hitler. La presenza di una complessa ramificazione di tunnel sotterranei a Berlino sembrerebbe sostenere l’ipotesi di una fuga dal Bunker fino all’aeroporto di Tempelhof: da qui in volo, prima verso la cittadina austriaca di Hoersching, vicino a Lienz, dove si fermò per qualche giorno, per proseguire poi a Barcellona, ed imbarcarsi quindi per Tenerife.

Secondo John Cencich, investigatore ONU per i crimini di guerra, adesso in pensione, Hitler avrebbe trascorso alcuni giorni a Tenerife, prima di trasferirsi definitivamente in Argentina. L’isola canaria potrebbe quindi aver ospitato una delle figure più inquietanti del secolo scorso e probabilmente dell’umanità intera. Il soggiorno a Tenerife sembrerebbe confermato anche dall’agente veterano della CIA, Bob Baer, attraverso lo studio di documenti dell’FBI resi pubblici recentemente, e che contraddicono quindi la versione ufficiale degli Stati Uniti sul suicidio. Ma le informazioni più interessanti arrivano per mano di Abel Basti, giornalista e scrittore argentino.

Basti finisce inevitabilmente sulle tracce di Hitler, fin da quando, nel 1994, come corrispondente di un’agenzia di stampa, si ritrova a Bariloche, località della Patagonia, ed esattamente a casa di Priebke, per farsi rilasciare un’intervista. Proprio durante l’intervista, lo stesso Priebke viene arrestato, e verrà poi estradato in Italia. Questa esperienza porta Basti ad interessarsi di tutta la vicenda che ruota intorno al soggiorno argentino del Fuehrer. Già nel 1945, racconta Basti, la versione ufficiale non aveva convinto Stalin, che era invece sicuro che Hitler si fosse rifugiato in Argentina, dopo essersi fermato qualche tempo in Spagna.

In realtà, due anni prima, nel 1943, e dopo la battaglia di Stalingrado, i Nazisti avevano cominciato a prepararsi ad una grande fuga (di persone, di capitali, di strumenti, di mezzi e di conoscenza), e scelsero come meta e nuova patria la Patagonia, in un territorio compreso tra l’Argentina e il Cile. Questo stesso territorio, dal 1943 in poi, e fino a quel momento praticamente disabitato, fu teatro di intensi movimenti.

Ricevette ingenti somme di capitali provenienti dall’Europa, un via vai di U-Boot, i sommergibili tedeschi, animavano le acque dell’Atlantico, trasportando beni e persone verso le coste deserte della Patagonia, e proprio a bordo di uno di questi U-Boot è probabile che Hitler abbia attraversato l’oceano, partendo, a questo punto viene spontaneo supporlo, proprio dalla nostra cara Tenerife. Bariloche ed alcune altre località limitrofe, vennero pensate fin nei minimi dettagli. Partendo da un concetto urbanistico, fino alla creazione di una struttura amministrativa. Nel 1998, l’FBI rese pubblico il Dossier nr. 6553615 su Adolf Hitler.

Su 745 pagine, ben 61 parlano della vita del Fuehrer in Argentina. Viene quindi da chiedersi, come mai non venne arrestato, se si era a conoscenza della sua presenza nei pressi di Bariloche. Bisogna ricordarsi che subito dopo la fine della II. Guerra Mondiale, cominciò la Guerra Fredda. In questo contesto, gli Stati Uniti, in piena epoca maccartista, e ossessionati dall’incubo del comunismo, accolsero circa 300 mila nazisti, che portavano con sé un impressionante contributo al paese in termini di know how tecnologico. In Argentina ne arrivarono 20/30 mila, tra cui Hitler, che rappresentava l’ultimo baluardo nella lotta al comunismo e quindi non risultava conveniente arrestarlo ma, anzi, alimentare le leggende intorno alla sua figura.

Facile anche comprendere, a questo punto, che le relazioni di Hitler con gli amministratori locali fossero molto buone. Il Generale Perón era stato un ammiratore di Mussolini e più volte aveva espresso la volontà di voler portare “a los muchachos alemanes” a lavorare in Argentina. Hitler non sarebbe mai potuto rimanere in Patagonia senza il consenso dei Leader politici di turno.

E non solo dell’Argentina, ma anche di Stati Uniti e Paraguay. Diverse furono le residenze di Hitler. Le più imponenti furono la Estancia San Ramón e Inalco. Quest’ultima si trova sulle rive del lago Nahuel Huapi, in un’area di 474 ettari, all’epoca inaccessibile via terra. Nel 1955, sempre secondo Basti, quando Perón venne rovesciato da un colpo di stato militare, intervenne in aiuto di Hitler il dittatore paraguayano Stroessner, che lo accolse nel suo paese. E qui il vecchio Fuehrer fece costruire una cripta dove farsi seppellire. Pare che al suo funerale abbiano assistito una quarantina di persone, prima di sigillare definitivamente la cripta. Hitler sarebbe quindi morto in Paraguay, nel 1971.

L’accesso a questa enorme cripta sotterranea è completamente bloccato e sopra di esso è stato costruito un Hotel. Questo stesso Hotel, una volta all’anno, chiude ai turisti, per ospitare un gruppo molto esclusivo di ospiti. Questi ospiti, ogni anno, la prima settimana di febbraio, si ritrovano per onorare il loro leader indiscusso: Adolf Hitler.

Francesca Passini

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Fonti: laopinion.es – actualidad.rt.com –  idealpolitik.com.ar –  periodistadigital.com