La Orotava potrebbe diventare Patrimonio dell’Umanità nel 2018.

La Orotava potrebbe diventare Patrimonio dell’Umanità nel 2018.

 

Per il centro storico de La Orotava, uno dei più singolari e straordinari dell’arcipelago Canario,  questo riconoscimento internazionale,  accrescendo il suo interesse come risorsa turistica e culturale di prim’ordine, potrebbe generare benefici benefici economici importanti.

CENTRO URBANO DE LA OROTAVA

Il centro storico de La Orotava si divide in due zone distinte, Città Alta e Città Bassa (Villa Arriba e Villa Abajo), con un’urbanizzazione di grande ricchezza tipologica, in particolare grandi case signorili e immobili di grande valore architettonico. Nel 1876 è stato dichiarato Complesso Storico-Artistico ed è annoverato nell’Inventario di Protezione del Patrimonio Culturale Europeo.

La Orotava è un gioiello che conserva l’eredità di numerose generazioni: molti dei suoi monumenti sono considerati Beni Di Interesse Culturale, come la Chiesa della Concepción, Casa Ponte Fonte (Lercaro), l’acquedotto dei mulini, il cimitero municipale, la Hijuela del Giardino Botanico e altri.

 

CITTA’ ALTA E CITTA’ BASSA

Dopo la definitiva conquista dell’isola nel 1496 cominciò a formarsi la struttura urbana de La Orotava. la orotavaLe caratteristiche peculiari del territorio, le attività produttive e soprattutto i numerosi insediamenti di ordini religiosi maschili e femminili costituirono i punti fermi di uno sviluppo che conoscerà il suo periodo di massimo splendore durante il sec. XVII.

La Città Alta, o Quartiere del Farrobo, andò formandosi intorno a quelle zone meno adatte per le coltivazioni; lì si stabilirono i contadini e gli artigiani e si venne sviluppando un agglomerato fatto di case modeste, contrapposto a quello della Città Bassa.  Il fulcro religioso della zona venne determinato dalla conversione in parrocchia, nel1681, dell’originario eremo di San Giovanni Battista, momento fondamentale per il consolidamento della componente lavoratrice e delle classi popolari della località.

La crescita de La Orotava si dovette in gran parte all’esportazione di vini, con l’arricchimento delle oligarchie locali e il conseguente aumento della loro influenza socioeconomica all’interno del panorama insulare. Ciò portò alla dichiarazione de La Orotava come Città Libera.

La crisi del settore vinicolo marcò il declino della città nel corso del Settecento e comportò una battuta d’arresto nello sviluppo economico, un declino demografico e una perdita di importanza a livello insulare. Ciononostante, continuò senza interruzione il suo sviluppo architettonico.

La situazione critica cominciò a sbloccarsi solo nel sec. XIX grazie allo sfruttamento e all’esportazione massiccia della cocciniglia (parassita del fico d’India, largamente utilizzato come colorante per tessili alternativo e più economico rispetto alla porpora fino alla diffusione dei coloranti sintetici nel 1870) e alle Soppressioni ecclesiastiche, soprattutto  quelle del 1836, che causarono il passaggio allo Stato dei beni delle comunità religiose, che furono affidati alle amministrazioni locali.

Come conseguenza, gli edifici religiosi vennero adibiti ad uso civile (carcere, mercato scuola, teatro, ospedale, caserma) fino al sec. XX inoltrato; in alcuni casi gli edifici originali vennero modificati in alzato o nella pianta.

Nell’ultimo terzo dell’Ottocento, con la crisi dell’esportazione della cocciniglia, anche nel territorio de La Orotava si diffuse la monocoltura della banana, che favorì la ripresa dell’economia cittadina fino alle prime decadi del secolo successivo. La rinnovata prosperità economica trovò immediato riscontro in un rinnovamento urbanistico e l’immagine della città si modificò grazie all’introduzione del linguaggio eclettico, che sostituì il tradizionale stile mudéjar: in numerosi edifici ottocenteschi nuove facciate eclettiche sostituirono quelle tradizionali fino a modificare radicalmente l’aspetto di alcune vie storiche (Calle Carrera).

La destabilizzazione provocata dai conflitti della prima metà del Novecento (oltre alle due Guerre Mondiali ricordiamo la Guerra Civile spagnola nel1936) bloccò anche a La Orotava il florido sviluppo economico, che poté riprendere solo a partire dagli anni Sessanta grazie allo sviluppo del turismo e alla conseguente implementazione dei settori immobiliare e dei servizi.

Tuttavia l’incremento sempre maggiore del turismo non finì per compromettere l’immagine urbana della Orotava, com’è invece accaduto per altri centri vicini. Il Centro Storico, unico nell’Arcipelago per i suoi aspetti peculiari, ha mantenuto la sua unità pur nella varietà stilistica dei suoi edifici; La Orotava ha saputo conservare il suo aspetto e il suo carattere specifico per cui l’architettura diviene il simbolo iconografico della sua storia, dell’evoluzione dell’abitato e della sua gente, e un marchio di identità che rappresenta significativamente la personalità di un Comune caratterizzato dalla conservazione di un’eredità storica specifica trasmessa intatta alle generazioni successive.

La Redazione