Il ballo canario nelle corti rinascimentali d’Europa

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Che gli aborigeni canari ballassero, questo è poco ma sicuro. Lo dimostrano per esempio le incisioni rupestri presenti nel barranco di Balos (Gran Canaria), o in quello di Guayadeque, vicino a Balos. In entrambi i casi, è facile dedurre che gli abitanti delle isole canarie dedicassero molto tempo alle danze, al canto e alle competizioni. Grazie alla moderna etnomusicologia e alle testimonianze dei cronisti nei vari secoli, il musicologo grancanario Lothar Siemens arriva ad una esposizione abbastanza chiara di quello che si suppone fossero le principali espressioni del ballo degli aborigeni. Essenzialmente, esistevano due modi in cui gli antichi abitanti delle isole si disponevano per il ballo: in cerchio e in due file che si fronteggiavano. Questi due schemi erano simili a quelli che predominavano nell’Europa dell’epoca. Il genovese Nicoloso da Recco, uno dei capi di una spedizione che da Lisbona raggiunse le isole Canarie nel 1341, nel suo resoconto di viaggio De Canaria et insulis reliquis ultra Ispaniam in Occeano noviter repertis (opera che viene attribuita da alcuni a Boccaccio), annota nella sua relazione, che il ballo di queste popolazioni assomiglia a quello dei contadini francesi.

Entrando più nel dettaglio, le notizie raccolte dallo studioso grancanario, aiutano a delineare la struttura del ballo canario, suddividendolo in tre espressioni diverse: c’erano le danze competitive, le danze rituali e le danze festive.

Questa differenza sembra fosse ben definita in quasi tutte le isole. Le danze competitive erano maggiormente presenti a Gran Canaria e La Palma, e si usavano dei bastoni che i ballerini utilizzavano con destrezza per mostrare le loro abilità. Le danze rituali servivano per evocare la pioggia o per celebrare qualche rito religioso e si svolgevano in cerchio. Di solito, danzavano intorno ad un simbolo religioso, una roccia, un gruppo di pietre o un palo interrato. Le danze festive invece avevano una struttura più complessa. Si fronteggiavano due file di ballerini che, saltando in maniera armoniosa, si avvicinavano tra loro, per poi allontanarsi. Si trattava, in sostanza, di una danza di corteggiamento. Ed è proprio questa danza dai salti eleganti che si diffuse con il nome “canario”: arrivò nella penisola iberica con gli schiavi canari, per diffondersi successivamente nelle corti di Spagna e di tutta Europa.

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Tutti i trattati di ballo pubblicati in Europa tra il XVI. secolo fino agli inizi del XVIII. secolo, rispettarono la struttura coreografica di questa danza, che vede un uomo e una donna che si avvicinano e si allontanano con piccoli e graziosi salti, alternandoli a colpi di tacco. Ilbaile canario” è stato probabilmente il contributo culturale più importante che gli aborigeni delle Canarie hanno dato all’Europa. “Bailar canario” significava sapersi muovere con leggerezza, grazia e vigore.

“Canario” viene citato nelle opere di autori come Shakespeare, Cervantes e Lope de Vega. Compositori come Couperin, Lully, Kapsberger o Gaspar Sanza composero opere con questo ritmo. Attualmente, questa danza figura nei repertori dei grandi interpreti di musica antica (www.youtube.com:  canario de J.H. Kapsberger).

Nei secoli, questo tipo di danza si è perso. Secondo Siemens, questo ballo, anche se ha perso il nome originale, è sopravvissuto e, per le caratteristiche musicali e coreografiche, lo si conosce oggi come il sirinoque di La Palma (altri includono nella lista dei balli folclorici discendenti dal canario anche il tajaraste (Tenerife e La Gomera) e il tango herreño (El Hierro).

Quando un gruppo folclorico di La Palma canta e balla il sirinoque, sono in pochi a sapere che in realtà si sta assistendo ad una delle poche manifestazioni preispaniche conosciute in tutto il mondo occidentale a partire dal XVI. secolo.

Si può quindi affermare che  il folclore canario è di origini preispaniche, anche se poi si è arricchito di contaminazioni andaluse, portoghesi e specialmente, in epoche più recenti, americane, per farne quello che oggi è senza dubbio una delle espressioni più ricche e complesse del folclore nel mondo.

Francesca Passini

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Fonti: gobiernodecanarias.org internetculturale.it loquelaspiedrascuentan.blogspot.it  prolocorecco.it tuhacesmusica.blogspot.it