Russia 2018: a San Pietroburgo i Mondiali parlano “canario”

Le autorità di San Pietroburgo, seconda città russa per dimensioni e importanza, hanno confermato la decisione di dare il nome di Agustín de Betancourt, ingegnere civile canario, ad un ponte che verrà inaugurato alla vigilia dei Mondiali, proprio nella città dove si svolgerà una delle semifinali.

Un ponte che unirà le isole di Petrovski e Dekabristov, passando sopra l’isolotto di Sernyy, attraversando il fiume Neva. Questo fiume nasce di fronte al Museo dell’Ermitage e sfocia nel Golfo di Finlandia, tra l’isola dei Decabristi e quella di Krestovskij, esattamente dove si trova lo stadio che ospiterà una delle semifinali. La proposta del nome era stata formulata da Alexandr Pánichev, rettore dell’Università Statale di Ingegneria Civile di San Pietroburgo, motivandola con il fatto che quest’anno si compiono 260 anni dalla nascita di questo ingegnere originario di Tenerife.

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Si tratta di una struttura che servirà a decongestionare il traffico del centro della città più turistica della Russia, che conta circa 5 milioni di abitanti, nonché porto principale del paese. L’opera di Agustín de Betancourt fu determinante per lo sviluppo urbanistico di una città nata dalla volontà di Pietro il Grande, agli inizi del 1700, ispirandosi alla città di Amsterdam.

Pietro il Grande odiava Mosca. Gli edifici in legno e l’aspetto asiatico non trovavano l’approvazione di uno Zar che guardava ad Occidente, che voleva ispirarsi all’Europa e far uscire la Russia dal degrado e dall’arretratezza. In realtà, il luogo prescelto non presentava buone condizioni climatiche: pantano e terre inondate, il fiume Neva si gelava per sei mesi all’anno, mentre gli operai si difendevano dagli attacchi dei lupi.

Nonostante le terribili condizioni, l’ambizioso progetto fece erigere una splendida città con imponenti edifici in pietra. San Pietroburgo sarebbe diventata il primo porto russo sul Mar Baltico e proprio in questa città si cominciò ad armare la prima flotta marina russa. L’ingegnere tinerfeño (nato a Puerto de la Cruz nel 1758) fu fondatore e direttore dell’Istituto di Ingegneria Civile e delle Comunicazioni, progettò lo storico edificio della Zecca di San Pietroburgo, dove vennero prodotte le prime banconote russe.

 

Trascorse 16 anni in Russia, morendo nella stessa San Pietroburgo nel 1824. Prima di prestare i suoi servizi in Russia, aveva fondato a Madrid la Scuola di Ingegneria Civile e Marittima, costruito una macchina a vapore e contribuito all’apparizione del telegrafo ottico.

Nel suo soggiorno russo, oltre alle opere presenti a San Pietroburgo, sono da ricordare il Maneggio di Mosca, edificio storico situato nel centro della città e che dà il nome alla celebre Piazza del Maneggio, il progetto e l’esecuzione nella città di Nizhni Nóvgorod (ex città di Gor’kij, dove venne esiliato il fisico dissidente Sacharov), del primo complesso fieristico del XIX secolo, ed infine la ristrutturazione del prestigioso Arsenale di Tula (ancora oggi tra le più importanti fabbriche di armi russe). Ma senza dubbio è a San Pietroburgo che il lavoro di Betancourt raggiunse l’apice.

Sotto la supervisione dello zar, l’ingegnere realizzò l’intero progetto urbanistico della città, dirigendo personalmente alcune delle opere più importanti della città, come la ristrutturazione della Cattedrale di Sant’Isacco, il ponte sopra il fiume Neva, la Colonna di Alessandro I, accanto all’Ermitage, e il Canale Betancourt. A lui è dedicato un busto situato all’interno dell’Università di Ingegneria dei Trasporti, mentre le sue spoglie riposano nel monastero di Alexandr Nevski, a San Pietroburgo.

Francesca Passini

 

Sitografia: laopinion.es; practicabloguned.wordpress.com; revistadehistoria.es

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