Canarias insólita: storie incredibili ambientate nelle isole

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La storia delle Canarie è anche caratterizzata da fatti insoliti, aneddoti sconcertanti e racconti stravaganti, più prossimi all’immaginazione che alla realtà. La casa editrice Herques ne ha raccolti 55 nel volume Canarias insólita. Bestias, fenómenos y calamidades, curato da una cinquantina di ricercatori e studiosi delle due Università delle isole. L’opera  si divide in tre parti: la prima dedicata a bestie e animali preistorici, la seconda a fenomeni strani e calamità, e la terza che raccoglie numerosi contributi su tragedie e fenomeni insulari, in cui si raccontano storie e leggende di calamità, flagelli ed epidemie sconosciute al lettore. Il geografo e storico  Juan Francisco Delgado, anima di questa fatica editoriale, ne evidenzia per noi alcune fra le più stravaganti.

“La cosa più strana è che molti canari non sapevano dell’esistenza del Carcharodon megalodonte, una specie di squalo gigante, il mostro marino del Miocene alle Canarie. Quando diciamo che ci sono due denti di megalodonte adulto all’Oceanografico e al Museo Canario di Las Palmas, la gente non ci vuole credere. Il megalodonte adulto misurava fino a 23 metri di lunghezza, poteva pesare 100 tonnellate e viveva nelle nostre acque”, sottolinea.

La seconda storia che richiama sempre l’attenzione, assicura Delgado, è quella di Petrus Gonsalvus, considerato “il licantropo” delle Canarie: un gentiluomo vissuto tra il 1537 e il 1618 che ottenne il titolo nobiliare alla corte di Enrico II di Francia. Nativo di Tenerife, soffriva di ipertricosi e aveva il corpo interamente coperto di peli. “Questo curioso episodio della storia è divenuto assai popolare per la sua relazione con la storia de La Bella e la Bestia, però in Canarias insólita  si aggiungono nuovi dati alla biografia e si amplia l’albero genealogico”, aggiunge.

“In particolare richiama la mia attenzione una vicenda che fa da sfondo all’epidemia giunta dal mare che devastò il Sud di Tenerife negli anni Novanta dell’Ottocento”. L’aneddoto è narrato dallo scrittore e giornalista Cirilo Leal, che insieme a Delgado  è riuscito a localizzare la tomba di Julián Valentín González e di suo figlio  Ángel, morti nel 1893 e sepolti nella montagna di Guaza.  “Ciò che mi colpisce di più in questa storia  è il coraggio del fratello di Julián, che recuperò i corpi del fratello e del nipote e li seppellì, senza paura di contrarre la malattia né di morire per mano della guardia che custodiva quella zona perché non si estendesse il contagio”.

“Benché siano molti gli aneddoti insoliti, sottolineo infine quello accaduto a La Palma nel 1800, quando un testamento poco chiaro fece sì che venisse squartato un cadavere sepolto prima nella parrocchia del Salvatore, quindi esumato per essere portato al convento di San Domenico. Per il terribile squartamento si chiese l’intervento del macellaio del paese”: paese che rimase sconvolto dal fatto che i coltelli usati per tranciare il corpo del defunto fossero gli stessi con cui si tagliava la carne.

Canarias insólita sta riscuotendo un successo incredibile: “Ci ha sorpreso l’accoglienza che ha avuto in questi primi giorni – afferma Juan Francisco Delgado -, che supera addirittura quella di Enigmas y Tesoros en Canarias: El misterio de Cabeza de Perro, La cueva de las mil momias, Canarias Viaje a lo desconocido o Canarias: Islas y Pueblos, sempre editi da Herques”. “Questa nuova pubblicazione contribuisce alla diffusione del Patrimonio Culturale e storico-artistico della comunità canaria e favorisce il turismo culturale in tutte le isole”, dichiara. La redazione